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LA GABBIA D'ORO, abbiate pietà, è la mia prima FF...

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~Into No Nekomata
view post Posted on 25/1/2009, 20:13




CITAZIONE (lady of the shadows @ 25/1/2009, 14:20)
Sei molto diretta nelle critiche, eh?Comunque sono giuste e le apprezzo XD

Certo. Se mi limitassi a dire ''uaaa ke bellooo'' non ti aiuterei. Invece voglio darti un contributo per migliorarti.


CITAZIONE
Ammetto di aver indagato sul conto di Lauri, ma in fondo avevo bisogno di alcune informazioni per rendere animati i dialoghi, altrimenti non avrebbero avuto molto da dirsi lui e Arwen, no?

Non dicevo questo. Il punto è che che si capisce molto bene che hai preso dati dalle interviste e li hai contestualizzati: a casa di 35m/q, il fatto dei cani (tra l'altro smentito dallo stesso Lauri XD), quando avresti potuto andare più sul sottile discernendo dalle interviste altri tipi di informazioni e utilizzarli per lavorare di più sull'indole di Lauri e sulle sue reazioni. Ad esempio, per come la vedo io, il ''pesonaggio'' di Lauri l'avrei fatto parecchio più disilluso e freddo. Però questo è un dettaglio, è mia abitudine adare così sul sottile, se non condividi questa mia peculiarità non vi badare troppo.

Io trovo che il mio sia stato un commento più che positivo, considera che poi sei nuova, quindi non puoi sapere come sono critica nel commentare le Fan Fiction, poichè spesso sono scritte in modo indecente e campate per aria. La tua invece mi piace, ed è una delle pochissime che gode di questo ''privilegio''. Quindi considera quel mio commento più positivo che negativo XD



 
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lady of the shadows
view post Posted on 25/1/2009, 20:30




Sono d'accordissima con te:le critiche, se costruttive aiutano a migliorarci!

Ti ringrazio per essere stata sincera XD, apprezzo questa dote nelle persone...sono contenta che la mia storia ti piaccia:se fosse stato il contrario non ti saresti certo presa la briga di commentarla e darmi suggerimenti per migliorarla, no?
 
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~Into No Nekomata
view post Posted on 26/1/2009, 21:38




Infatti ;) Se non mi fosse piaciuta penso che non avrei nemmeno lasciato un commento XD

 
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lady of the shadows
view post Posted on 27/1/2009, 14:47




Ecco, ho postato il seguito,
scusate se ci ho messo più del previsto ma ho avuto problemi col pc...-.-


I raggi del pallido sole mattutino irruppero delicatamente nel gazebo. In un primo momento mi dissi “no, cerca di non svegliarti...magari è tutto un sogno, magari se non ci pensi riesci a prolungarlo...”
Poi mi ritornarono in mente i dobermann che ci avevano inseguiti per il parco...e la cosa bastò a farmi svegliare completamente.
Lauri dormiva ancora. Mi aveva tenuta stretta a sé tutta la notte e adesso si trovava in una posizione assai bizzarra, con la testa piegata sulla sua spalla,accasciato contro il muretto di pietra del gazebo…pensai subito che mi faceva una gran tenerezza:sembrava più che mai un bimbo.
Ripensai a quanto mi era accaduto negli ultimi giorni e un’ ombra mi attraversò il volto. Era normale per una sola persona raggiungere in così poco tempo una felicità così grande?Era giusto che tutto questo fosse successo proprio a me?E soprattutto mi chiesi quanto tempo ci avrei messo a rovinare tutto…perché è sempre così :le cose troppo belle finiscono presto e se non lo fanno da sole ci pensi tu, anche involontariamente, a farle concludere. Non ero una sprovveduta e nemmeno un’ingenua. Nelle favole non ci credevo da parecchio, ormai e quella non era certo il tipo di vicenda che si sarebbe conclusa con un “...e la ragazza con il nome da folletto fisse per sempre felice e contenta con il ragazzo dalle piume di corvo tra i capelli” Lauri non era il mio principe azzurro, e io non ero una specie di Cenerentola. Non lo ero e non volevo esserlo. Ero me stessa e basta. Ma per il momento ero felice. Lauri mi aveva dato più di quanto avessi mai potuto desiderare e avevo davvero tanta paura che tutto ciò mi sfuggisse...ma era così bello sentire di avere tanto da perdere, così tanto per cui valeva la pena lottare. Chissà, forse nell’era della solitudine e del gelo, era arrivata anche per me la primavera...oddio, non si può sentire!Da quando sono così sdolcinata??Aiuto, sto diventando patetica...
Cercai di spostare delicatamente il suo braccio e di mettermi seduta. Ma riuscii comunque a svegliarlo...
Lauri grugnì e sbadigliò sonoramente. Era molto carino anche appena sveglio.
- buongiorno, spiritello!-Esordì stropicciandosi gli occhi.
- Buongiorno -Replicai. Lui si mise a sedere, stiracchiandosi.
-Dormito scomodo,eh?-
-Abbastanza- Rispose lui -Tu?
Scrollai le spalle.
-Sarei capace di addormentarmi anche durante un bombardamento atomico-
Lui mi sorrise, soffocando un altro sbadiglio.
- Secondo te quel tassista ci avrà aspettati?-
-Per tutta la notte?Improbabile...a proposito, che ore sono?-
Lui scostò la manica della felpa.
-Le otto-
-Le otto?!Oddio, ma è tardissimo!Chissà cosa avranno pensato gli altri, saranno preoccupatissimi ...- pensai a Tyla.Uscii il cellulare dalla tasca. Se aveva provato a chiamarmi, non l’avrei comunque sentita:batteria scarica...
-Figurati, io ho un aereo che parte tra meno di tre ore...-
-Cosa?E perché non lo hai detto prima!?-
-Perché prima volevo chiederti una cosa-
-Cioè?-
-Parti con me-
Sbattei le palpebre, colpita. Tecnicamente, però non era una domanda...
-Io...partire con te..?-
Mi stava prendendo in giro??Mi fissò negli occhi e sentii un brivido lungo la schiena...erano così profondi, così limpidi...e così seri...
-Tu mi piaci davvero, Arwen.Io...non ho mai conosciuto nessuno come te-
-Si, questo l’avevo capito...-
-Parti con me-
Mi si avvicinò. Mi sfiorò le labbra con dolcezza.
-Ti prego-Mormorò ad un palmo dal mio viso-Non voglio lasciarti-
Sospirai e scossi il capo. Avere una coscienza a volte può rivelarsi davvero irritante...
-Non è così semplice. Ho delle persone che mi aspettano a casa, ho l’università, il lavoro...e quei quattro strimpellatori che oso chiamare la mia band...non posso mollare tutto e girare il mondo con te, lo capisci?-
Lui sbuffò. Mi baciò ancora. Io lo lasciai fare, lasciai che mi sfiorasse il viso, che mi accarezzasse i capelli. Già, quella giungla di ciocche crespe e piene di nodi che lui aveva definito “luminose”.
-Vorrei tanto averti con me quando suonerò domani-Disse- E il giorno dopo e quello dopo ancora...-
-E io ci sarò-Gli dissi-sarò sul palco accanto a te. Proprio qui- e indicai il suo petto-Perciò vedi di impegnarti,ok?-
-Non sarà lo stesso però!Quante birre dovrò buttar giù per questo, eh?Mi avrai sulla coscienza ...-Si lamentò lui. Poi aggiunse-Mi aspetterai?-
Lo guardai negli occhi. Mi chiesi come potessero infiammarmi dentro pur essendo due frammenti di ghiaccio.
-Si, ti aspetterò. Ma ti avverto-Lo ammonii con tono serio-Non farti venire strane idee per la testa :non sono un oggetto con cui gingillarti quando ti fa comodo e non starò ad aspettarti in eterno. Io ho una vita. Una vita che voglio vivere-
Lui mi ascoltò. Poi rise.
-Però!-Commentò e mi arruffò i capelli, neanche fossi una bambina-Sveglia la piccola!-
-Piantala, parlo sul serio!-
-Lo so. Mi va bene-
-E se mi accorgo che...che fai l’idiota con le altre mi perderai, chiaro?-
-Cristallino. E lo stesso però vale per te-E mi puntò contro l’indice con fare minaccioso-Attenta a te, ragazza. Se vengo a sapere strane cose...-
-...Che cosa fai, sentiamo?-
Lui mi fissò. Poi, senza preavviso, mi saltò addosso, facendomi cadere all’indietro. Gettai uno strillo divertito mentre lui torreggiava su di me e mi immobilizzava braccia e gambe.
-Non mettermi alla prova-Mi disse accostando la fronte contro la mia -Scaglio i telefoni e scavalco i cancelli:sono un tipo mooolto disturbato e posso diventare pericoloso-
-Sto tremando come una foglia...-commentai sarcastica. Lo baciai, pensando che se tutte le volte reagiva così, non mi sarebbe dispiaciuto così tanto farlo arrabbiare...
-Ti voglio bene-gli dissi.
-Anche io ti voglio bene, spiritello-

Fatemi sapere cosa ne pensate ;)


 
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~*samy90~tr4e*~
view post Posted on 27/1/2009, 20:16




CITAZIONE
-Scaglio i telefoni e scavalco i cancelli:sono un tipo mooolto disturbato e posso diventare pericoloso-

:scompiscio: e menomale che se ne rende conto!XD
Bel capitolo anche questo..che cariniXD
Scrivi davvero bene, brava!
Continua presto..e adesso che Lauri parte cosa succede?
:bacio:

 
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therasmusadarklady
view post Posted on 27/1/2009, 22:10




ma è stupenda...bravissima...6 davvero brava
 
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**+FallingStar+**
view post Posted on 27/1/2009, 22:19




mi piase anche questo chappy (: sono curiosa di sapere cosa succede ora....
posta soon x)
 
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elenina17
view post Posted on 27/1/2009, 22:50




sempre più bella, e poi mi piace qst idea di alternare il narratore...
 
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lady of the shadows
view post Posted on 28/1/2009, 14:32




grazie, grazie :D stono davvero contenta che vi stia piacendo
sto scrivendo il seguito, lo posto non appena pronto!
 
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view post Posted on 28/1/2009, 17:03
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Belli belli questi chappy!Mi sono piaciuti molto!!!^^ Sei veramente brava!
Sembrava strano anche a me che il tassista li avesse aspettati tutta notte :pensa:...e poi faccio la stessa quote di Samy: fortuna che Lauri sa di essere un tipo disturbato!!!XDXD
Posta presto il prossimo capitolo!;)
 
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lady of the shadows
view post Posted on 10/2/2009, 14:48




Tornata!Scusate , lo so che ci ho messo un'eternità...ma la verità è che ero troppo eccitata per i concerti ed è stato difficile sedermi buona e tranquilla d'avanti al pc a scrivere...XD

Ho postato il nuovo chap della storia, buona lettura :lol:




*
Si sà, dopo aver vissuto un sogno, è dannatamente difficile tornare con i piedi per terra.
Ma mi ero ripromessa di non cascarci. Avevo giurato a me stessa che no, la mia vita non sarebbe stata influenzata dalla sua assenza...che no, non mi sarei ridotta a struggermi d’avanti al telefono in attesa di veder comparire il suo nome sul display, desiderando ardentemente di sentire di nuovo la sua voce allegra che rispondeva al mio “pronto?” con il solito “Ehilà, spiritello!”.E invece eccomi qui, cellulare in mano e un gran senso di vuoto nel petto:si, perché la sensazione era esattamente quella, come se lui mi avesse strappato il cuore per metterlo in valigia con le sue cose e portarselo in giro per il mondo.
-Io sull’argomento di oggi non ci ho capito assolutamente niente...-Si stava intanto lamentando Tyla, seduta accanto a me nella mia stanza-Mi interroghi così vediamo se riesco a mettere insieme almeno due parole??-
E lasciò cadere pesantemente il libro sotto il mio naso.
-Pronto??Oh, ma che fai dormi??-
Sussultai.
-Cos..?Ah, si si dimmi...-
Tyla sospirò e mi strappò letteralmente dalle mani il foglio di carta su cui stavo scarabocchiando. Lo osservò e si voltò verso di me, squadrandomi con un’espressione alla “non so proprio come fare con te...”
-Non guardarmi così!-Sbottai riprendendomi il foglio con i miei schizzi di rose nere e corvi in volo.
-Arwen...-
-Che c’è?-
-Lo sai, non sopporto di vederti così...-
-Bene, nemmeno io lo sopporto-Dissi aprendo il manuale-Allora, a che pagina era?134 mi sembra...-
Lei mi chiuse il libro e lo lasciò sul mio letto senza abbandonare lo sguardo apprensivo.
-Ti manca ,eh?-
Alzai lo sguardo. Che cosa potevo risponderle?Che si, mi mancava da morire...che non avevo più sue notizie da quando, quasi due mesi prima, lui aveva ripreso il tour e che non ne potevo più di far finta che non mi importasse??Che ero una stupida e che mi ero illusa che ad uno così potesse realmente interessare una come me??
-Si –Ammisi-...Un po’ mi manca-
Tyla si sporse sulla sedia e mi abbracciò. E io mi strinsi a lei come un pulcino tra le piume della mamma, in silenzio, godendomi quel semplice gesto di caldo affetto...
-Arwen Leila Nilsson -Scandì seria afferrandomi per le spalle quando ci fummo separate-Ascoltami bene:sei una ragazza bella ed intelligente. Ma hai ventiquattro anni e non sei più una bambina, perciò queste cose non devo essere io a dirtele:
si, lo so che questo Lauri è il sogno proibito di mezza Helsinki e che ti ha fatto letteralmente perdere la testa, ma non per questo devi rinunciare a vivere. Non è giusto!Perciò adesso mandiamo a quel paese questi libri ammuffiti e usciamo!Chi ha detto che abbiamo bisogno dei maschi per divertirci??-
-Uscire??Ma dai, l’esame è fra tre giorni...-
-E chissene!Avanti sorella, ci pensa zia Tyla a risollevarti il morale...-
Le sorrisi. Era sempre stato così con Tyla, fin da quando eravamo piccole:era sempre pronta a schierarsi al mio fianco, a farmi vedere il lato positivo di ogni cosa.Era lo scoglio a cui potevo sempre aggrapparmi quando la malinconia minacciava di trascinarmi alla deriva.
-Ehi Tyla?-
-Dimmi,cara-
-Grazie-

Le settimane successive si trascinarono lente e monotone, come se per qualche crudele motivo, qualcuno avesse manomesso tutti i calendari e gli orologi della città:perché ci sono dei giorni in cui Helsinki sembra un luogo fuori dal tempo e dallo spazio,fuori dal mondo...
Quel giorno era iniziato esattamente come gli altri. Non avevo lezione, così ne approfittai per dare una mano al Music Store.Ma sembrava che tutta la città fosse stata contagiata dal mio stato di depressione totale, perché non ricordo di aver mai visto il negozio così vuoto come in quel periodo...che alla gente fosse improvvisamente passata la voglia di fare musica??
Così, mentre Jeff, l’altro commesso, sfogliava il giornale tra uno sbadiglio e l’altro, io ne approfittai per accoccolarmi su uno sgabello accanto alla cassa e isolarmi dal mondo con il lettore mp3. Ma si sa, quando uno non ha nessuna voglia di interagire con ciò che ti circonda è come se ti venisse appeso automaticamente un cartello al collo con su scritto “ehi non ho nulla da fare, venite a rompermi le scatole!!”. Insomma,alla fine mi toccò riemergere dalla nuvola nera di tristezza che mi avvolgeva per seguire i primi clienti del girono:un ragazzino sugli undici anni e una donnetta tarchiata con le braccia ingioiellate e il viso pesantemente truccato che aveva tutta l’aria di non avere la più pallida idea di cosa si vendesse nel nostro negozio. Stavano cercando una chitarra elettrica provvista di amplificatore.
Seppur controvoglia, mi stampai sul viso il classico sorriso smagliante che ogni commesso che si rispetti dovrebbe tenere in serbo,e mi dedicai ai due.
Il compitò fu più seccante del previsto, dato che sembrava che quel ragazzetto si divertisse un mondo a farmi perdere tempo. La donna –sua mamma- ci tenne a puntualizzare che aveva appena incominciato un corso con l’insegnante privato e che non era molto esperto, come se spettasse a me scegliere una qualche tipo di chitarra “facile da suonare”.
Così, mostrai loro alcuni modelli ,ma ogni chitarra che prendevo veniva classificata tra le “carine”, neanche fossimo in una boutique di alta moda...
-Questa è una solid body Epiphone Les Paul.Ne ho un modello identico a casa e ti assicuro che è molto resistente e che ha un ottima resa sonora-E mentre la mammina continuava ad annuire con aria saccente, nonostante fosse terribilmente palese che non capiva assolutamente nulla di quello che dicevo, il ragazzetto lanciò un’occhiata poco convinta alla chitarra, arricciando il nasetto come se gli avessi mostrato una lisca di pesce anziché uno strumento musicale.
Ormai abbastanza seccata, decisi di puntare sull’estetica
- E’ una gran bella chitarra, sai?-Commentai con fare convincente- E poi-aggiunsi lanciandogli un’occhiata complice-So che anche Billie Joe Armstrong dei Green Day ne usa una identica...-
Questo bastò a convincerlo una volta per tutte, e mi dette ancora una volta la conferma che non era poi così difficile ragionare con i ragazzini:a volte bastava solo pensare come loro, ed ero più che certa che il giorno dopo sarebbe andato a scuola dandosi arie da rock star perché aveva la stessa chitarra di un cantante famoso...Ma almeno era servito a levarmeli dai piedi. Approfittai dell’apparente ritorno di quiete per riaccendere il mio fidato mp3...ma non feci in tempo a selezionare la traccia di “Keep Your Heart Broken", che sentii Jeff chiamarmi:
-Ehi, Arwen - Disse- E’ appena entrato un altro cliente, se vuoi ci penso io...-
Sospirai-No, non ti preoccupare vado io...- “...sempre meglio che restarmene qui a deprimermi...tanto non si è degnato di chiamarmi per tre mesi, figurati se lo farà proprio oggi, il signorino...il divo dagli occhi di ghiaccio e il cuore tenero...” ma questa considerazione me la tenni per me.
Trovai lo sconosciuto che si guardava attorno, d’avanti ad una serie di amplificatori. Mi dava le spalle, le braccia incrociate dietro la schiena.
-Buongiorno, posso esserle utile?-Dissi cercando di non lasciar trapelare la mia irritazione nella voce.
-Ah- fece lui trasalendo-...Si, credo proprio di si-
Si voltò, sollevando gli occhiali da sole.
Avrei riconosciuto quegli occhi ovunque.
Restai immobile e lo osservai inespressiva, lottando per resistere all’impulso di correre verso di lui e gettargli le braccia al collo. E sapete, fu davvero una lotta ardua...
Lauri si tolse gli occhiali e venne verso di me con un sorriso impacciato. Evidentemente era rimasto un po’deluso dalla mia reazione.
Chissà perché la cosa mi diede uno strano senso di soddisfazione...che stronza che sono, però...
-Speravo di trovarti qui- Disse lui- ma non ne ero sicuro, non so i tuoi turni di lavoro...-
-sono qui tutti i gironi dispari- Replicai asciutta -Oggi però faccio gli straordinari. Ecco, adesso lo sai-
Lo guardai avvicinarsi ancora... ad ogni passo il cuore sembrò fermarsi e poi ripartire di botto. Accelerare. Poi fermarsi di nuovo...
-Sono stato fortunato allora-Mormorò quando mi ebbe raggiunta-Non ce la facevo più...mi sei mancata...-
E, come aveva fatto quel lontano giorno di tre mesi prima, quando ci eravamo incontrati per la prima volta in una stanza d’albergo a Stoccolma, mi sollevò il mento con le dita e mi baciò...e quel gesto bastò a farmi perdere totalmente il controllo di me.
Come possedute da una forza invisibile, le mie mani raggiunsero il suo viso e presero ad accarezzargli le spalle, salendo sul per il collo, fino alle guance.
Lo so, lo so ero patetica...Lo so!...Lo so, ero una stupida senza spina dorsale...ma in quel momento l’ “Arwen razionale ed orgogliosa” sembrava lontana anni luce...c’era solo quella innamorata.
Mi allontanai da lui, cercando di far confluire di nuovo il sangue al cervello.
-Ne deduco che anche io ti sono mancato-Mi disse sorridendo.
-No- Ribattei asciutta una volta sicura di aver riconquistato il controllo-No, affatto-
E per un attimo sembrò che mi avesse presa sul serio, perché vidi il suo sorriso vacillare.
-Vieni, andiamo a fare un giro:ci sono un sacco di cose che voglio raccontarti...-
Uscire con lui?Adesso?Senza un filo di trucco, coi capelli raccolti alla ben e meglio sulla nuca e addosso una vecchia felpa dei Ramones??Ma il suo era un sorriso alla “ sei splendida così come sei”, e questo sarebbe bastato a convincermi anche ad uscire con un sacco della spazzatura in testa...
-Non posso-ribattei tornando a pensare con razionalità –Il negozio...come faccio...?-
-Non ti preoccupare, lascia fare a me-
E mi afferrò per il braccio conducendomi d’avanti alla cassa. Jeff riemerse dal suo quotidiano e ci squadrò con aria interrogativa.
-Salve!- Esordì Lauri sfoderando il suo irresistibile sorriso-Avrei da chiederle un grosso favore:vede, sono sicuro che lei concorda con me sul fatto che una bella ragazza come la mia amica debba passare questa splendida giornata fuori a divertirsi e non rintanata in un negozio...-
-Lauri!-Protestai senza riuscire a trattenere un sorriso
Jeff sbatté le palpebre sorpreso e mi lanciò un’occhiata che interpretai come un “e questo da dove salta fuori?”
-Così mi chiedevo se potesse essere così gentile da...-
-Ok, ho afferrato-Sospirò Jeff con un’alzata di spalle-Ci penso io a coprirti, Ar.Vai pure a divertirti con il tuo...amico-
Dedicai a Jeff un sorriso raggiante, cercando di trattenermi dall’impulso di abbracciarlo.
-Se perdo il posto per colpa tua...-Feci mentre uscivamo in strada.
Lauri mi rispose con quel suo sorrisetto da eterno monello e si calò sugli occhi gli occhiali scuri.
Camminammo in silenzio per un po’. Poi mi raccontò del tour, dei vari concerti e dei fans.Io lo ascoltai, chiedendomi se valesse davvero la pena continuare a tenergli il broncio. Lui era lì con me, perché non riuscivo ad esserne semplicemente felice?Ma la causa del mio atteggiamento freddo erano quei tre mesi di silenzio, in cui mi ero chiesta ogni istante se quella di Stoccolma per lui fosse stata un’avventura senza importanza e se si fosse già dimenticato della strana tipa dai capelli “luminosi”...
-Sei silenziosa-Osservò lui dopo un po’-Tutto bene?-
Annuii e abbozzai un sorriso.
-Regolare-
Lui sospirò, alzando lo sguardo verso il cielo.
-Sei arrabbiata,vero?-Disse, dando l’impressione di rivolgersi alle nuvole-Non ti biasimo se lo sei...-
-No- Risposi- Non sono arrabbiata, è solo che...beh, in questi tre mesi è come se tu fossi svanito nel nulla...-
- Arwen- Disse lui voltandosi verso di me. Potevo vedere il mio volto riflesso nelle lenti nere dei suoi occhiali, ma non potevo vedere i suoi occhi-Dovevo farmi sentire, lo so...ma non ho avuto un attimo di tregua da quando sono tornato in albergo, ci credi?Figurati che mi sono ridotto a chiudermi nel tour bus per comporre almeno il tuo numero...ma non appena stavo per inviarti uno squillo, veniva qualcuno a riacciuffarmi...certa gente non sa proprio cosa sia la privacy!-
Però...Che adorabile idiota che era...
-Non devi giustificarti con me del tuo lavoro-Dissi- Lo so che vivi per la musica. E’ solo che...vorrei avere delle risposte. Credo di averne il diritto,no?-
Lui annuì, camminandomi accanto.
-Vorrei sapere cosa devo pensare...riguardo a noi, capisci?-
Era troppo presto per chiedergli una cosa del genere?Forse, ma avevo bisogno di sapere...non mi sarei mai sognata di chiedergli di scegliere fra me e la band...era una competizione in cui avrei perso in partenza...
-Sei molto importante per me, Arwen- disse- Molto più di quanto tu immagini.
Non ho smesso di pensare a te un solo istante da quando sono partito,ci credi?No, forse no, ma è così. Ti avevo chiesto di venire con me, ma tu hai preferito restare...-
-Lo dici come se adesso fosse colpa mia!-Sbottai- Io qui ho delle responsabilità:non posso abbandonare di punto in bianco l’università e il lavoro, nemmeno se a chiedermelo è Lauri Ylonen in persona-
Lui mi rivolse un sorriso dispiaciuto.
-Lo so. Non intendevo questo...volevo solo dire che avrei voluto averti con me. Tu hai la tua vita e io non sono così arrogante da pretendere di poterla sconvolgere-
Annuii rigida e continuai a camminare, guardando dritto d’avanti a me.
-Quanto ti fermerai stavolta?-Chiesi.
-Non molto-fu la sua risposta. Tremendamente prevedibile -Dovrò andare a Tempere per qualche giorno .Poi però mi fermerò a Helsinki per un periodo più lungo, quasi un mese...-
Eravamo arrivati di fronte ad un giardino pubblico. Gli schiamazzi dei bambini che giocavano sulle giostre erano ben udibili anche da lì.
Mentre passeggiavamo, sentii le sue dita intrecciarsi nelle mie. Rallentammo il passo e lui accostò il viso al mio.
-Non voglio perderti-Mi sussurrò all’orecchio. Sentii il suo respiro tra i capelli e il cuore prese a battere forte-Ti va di darmi un’altra occasione?-
Mi andava?Certo che gli uomini a volte fanno domande davvero stupide...
Per tutta risposta mi voltai e gli scoccai un bacio sulla guancia.
-Lo prendo come un si?-Disse lui .Ricambiai il suo sorriso e lasciai che mi cingesse le spalle col braccio mentre attraversavamo il giardino.

Passammo la mattina insieme e si offrì di riaccompagnarmi a casa.
-Ah, è qui che abiti allora?-Fece guardandosi attorno incuriosito mentre entravamo nel cortile. Un cane abbaiò dal giardino dei vicini e vidi Lauri voltarsi di scatto in quella direzione. Sorrisi, ripensando alla notte in cui eravamo sfuggiti a quel branco di dobermann.
-Si, abito in quella palazzina in fondo. Quarto piano-
-Interessante...credo che bazzicherò più spesso da queste parti-Commentò lui lanciandomi uno sguardo malizioso. Risi e gli diedi una botta al braccio.
Mi lasciai baciare ancora mentre eravamo sotto casa. Poi, mentre stavo per aprire il portone, mi girai verso di lui e gli chiesi impacciata-Ehm...ti...ti va di salire un attimo..?-
Cercai davvero in tutti i modi di non avvampare sentendomi pronunciare quelle parole...ma non ci riuscii proprio.
Lui sbatté le palpebre,sorpreso. Incredibile, ero riuscita a far arrossire Lauri Ylonen!
No!No, aspetta...non fraintendere...grandioso!Adesso penserà che sono una specie di pervertita o qualcosa del genere??Ma perché non sto mai zitta!?
- Ok- Rispose lui scrollando le spalle-se non do fastidio...-

-Gran bella casa!-fece lui mentre lasciavamo i cappotti nell’ingresso-Non c’è nessuno?-
-No, mio padre tornerà oggi pomeriggio sul tardi .Kris se ho capito bene mangia a casa di un amico, non so quando rientrerà-
Lo vidi mentre si incamminava un po’ incerto per il corridoio che portava al salone .Poi si fermò di fronte ad una stanza dalla porta aperta.
- E’ la tua stanza questa?Caspita, ci sono un sacco di libri...-
Mi affacciai all’uscio.
-Oh, no no-Risposi sorridendo-Questo è lo studio di mio padre...decisamente troppo ordinato per essere la mia stanza-
- Ah-Fece Lauri lasciando vagare lo sguardo sulle due imponenti librerie di legno che ricoprivano le pareti della stanza e sugli scaffali traboccanti di volumi enciclopedici.Poi la sua attenzione fu catturata da un grosso poster de “Il signore degli anelli” affisso dietro la scrivania ingombra di carte e sorrise.
-che lavoro fa tuo padre?-Chiese.
-Oh, insegna letteratura al liceo- Spiegai-Forse la materia più noiosa che esista. Però i suoi studenti parlano molto bene di lui, dicono addirittura che li fa ridere...-
Poi gli mostrai la mia stanza. Prima di aprire la porta però, lo avvisai.
-Non mi aspettavo visite, altrimenti avrei messo un po’ in ordine:ti prego, non sconvolgerti troppo...-
-Mi piace- Commentò lui entrando- E’ molto bella-
-E piccola e disordinata-Aggiunsi, poi mi accorsi che dietro la porta era ancora appesa una pagina di una vecchia rivista che ritraeva Lauri a torso nudo... Trasalii e mi affrettai a farlo sparire dietro la mia schiena prima che lui se ne accorgesse...accidenti a me!!
Rimasi accanto alla porta mentre lui si guardava attorno incuriosito,lanciandomi occhiate nervose attorno per individuare altre possibili fonti di imbarazzo...
Vidi le sue labbra muoversi mentre leggeva in silenzio i titoli delle mie letture preferite,da Baudelaire ad Edgar Allan Poe, da Kafka a Freud...
-Leggi Freud?- osservò sfilando dallo scaffale “L’interpretazione dei Sogni”. Lesse il titolo ad alta voce e iniziò a sfogliarlo.
- Spiega che i sogni non sono altro che l’espressione dei nostri desideri più intimi e nascosti-Dissi senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso...
Certo che era proprio bello...
- E’...affascinante il modo in cui parla delle emozioni umane, di come secondo lui l’uomo che non riesce a conoscere ciò che avviene dentro di lui finisce per smarrire se stesso...-
Mi interruppi di botto e mi sentii avvampare. “Stupida!”Pensai “cosa vuoi che gliene importi dei tuoi libri sulla psicanalisi?Lo starai annoiando morte...”
Notai che lui mi osservava sorridendo, con il capo leggermente inclinato.
-Sei adorabile quando spieghi –Disse -Sul serio, starei ore ad ascoltarti...probabilmente se ti avessi avuta come professoressa alle superiori, avrei ottenuto una pagella di gran lunga migliore...e chissà?Magari avrei anche preso il diploma... solo per ricevere da te il bacio accademico-
Gli sorrisi imbarazzata, tormentando una ciocca di capelli.
-E’ una teoria interessante-Commentò lui -Un modo come l’altro per dire che la mente e il corpo non sono separati,no?-
-Si, in sostanza è così-
-E a te è mai capitato di sognare qualcosa che desideri ardentemente?-
-Altrochè!-Risposi riponendo il libro al suo posto- Sia nel sonno che da sveglia!Ma se avessi passato la vita a sognare ciò che desidero, non saresti qui a parlare con me adesso, no?-
Lui rise e il suo sguardo indugiò sulla pila di cd incassati su una mensola accanto allo stereo, poster delle band e lo vidi sorridere quando riconobbe la stampa degli Apocalyptica.Il suo sorriso divenne più ampio quando vide il poster dei The Rasmus affisso sulla parete accanto al mio letto.
-Ehi,io questi li ho già visti da qualche parte-Commentò sporgendosi sull’immagine che ritraeva lui, Pauli,Aki ed Eero su una spiaggia con un cielo nuvoloso sullo sfondo.
-Si- Concordai sorridendo-Quello al centro ti somiglia parecchio,sai?Avete entrambi l’abitudine di spennare centinaia di poveri corvi indifesi per acconciarvi i capelli...-
Lui rise e mi venne vicino. Prese le mie mani tra le sue e le accostò al suo petto. Potevo sentire il battito veloce del suo cuore:tun tun...tun tun..
Mi piacevano le sue mani: erano grandi, fredde e bianchissime, come se fossero di marmo. E poi erano forti, con un reticolo di vene sul dorso e delicate allo stesso tempo...
-Mi sei mancata-Mi sussurrò prima di baciarmi delicatamente sulle labbra.
-Ti stai ripetendo...-Gli feci notare, ma ormai il mio cervello sembrava aver perso la facoltà di ragionare con lucidità...ecco, ormai ero andata.
-Questo perché mi sei mancata tanto...da morire...-
E mentre lui mi stringeva lo baciai con passione, con quel fuoco che ardeva in fondo al ventre... Avevo bisogno di sentirlo vicino, come...come un tossico in fremente attesa di ricevere una nuova, fatale dose...non avevo ancora digerito il fatto che mi avesse ignorata per addirittura tre mesi,ma mi chiesi se in fondo fosse stato troppo egoista da parte mia pretendere di essere costantemente al centro dei suoi pensieri .Ma in fondo l’amore è egoista e tanto più ardente è, più è egoista...
Poi, grazie a quel fioco barlume di lucidità che mi ero ripromessa di conservare, distinsi dei passi appena fuori l’uscio.
-Ar?Lo so che ci sei!Dove hai messo il borsone per il nuoto?Quello grande a strisce nere e blu...-
La porta si spalancò, e io mi allontanai con violenza da Lauri.
-Kris!-strillai sentendo lo stomaco annodarsi .
-Oh!-Fece Kris arrossendo violentemente-non sapevo che...Ehm...riprendete pure a fare...qualunque cosa stavate facendo...-
E richiuse in fretta la porta.Ma non ebbi nemmeno il tempo di lanciare uno sguardo mortificato a Lauri, che Kris riapparve di nuovo sulla soglia.
-Ehi!-Fece fissando incredulo Lauri, che intanto si era messo seduto, anche lui disorientato dalla visita inaspettata- Io ti ho già visto, sei..?-e mio fratello lanciò una rapida occhiata al poster sul mio letto. Poi si voltò verso di me con un ghigno.
-Ti sei messa d’impegno, eh sorellina?-Commentò con tono malizioso -Sono secoli che sbavi d’avanti a quel poster, e adesso...-
-Kristian Sam Nilsson!-Scandii a denti stretti -EVAPORA!-
E gli scagliai contro un cuscino. Lui lo schivò con una risata di scherno e chiuse la porta.
Raccolsi la poca dignità che mi era rimasta e mi voltai verso Lauri. Lui ricambiò con un sorrisetto imbarazzato.
-Mio fratello...-Fu tutto ciò che riuscii a balbettare. Lui annuì comprensivo e mi sistemò dolcemente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Proprio mentre mi convincevo che ormai il peggio era passato, ebbi la conferma ai miei timori:le disgrazie, haimè, non vengono mai sole...
-Ar, tesoro?-La voce di mio padre ci raggiunse dall’ingresso-Ci sei?Ti dispiace venire a darmi una mano?-
-Oh no!Ma non doveva venire stasera??-Chiesi a nessuno in particolare.
Mi affacciai all’uscio e gli urlai un-vengo!-
Lo raggiunsi e Lauri dietro di me.
-Oh, meno male che ci sei!-Disse mio padre poggiando a terra un grosso scatolone di cartone che aveva tutta l’aria di essere sul punto di esplodere per come era pieno.
-Ma...ma perché sei tornato così presto?-Chiesi cercando di sembrare più curiosa che delusa.
-Oh, il consiglio di classe è durato meno del previsto-Rispose lui con una scrollata di spalle-Così ne ho approfittato per venire a casa e preparare il pranzo. Non vi fa bene mangiare tutti i giorni quelle schifezze precotte...-
Si stiracchiò e si raddrizzò gli occhiali sul naso.
-Che cos’è tutta questa roba?-Chiesi indicando le scatole.
-Sono arrivati quei libri che avevo ordinato da Turku- Rispose lui issando lo scatolone
-Ci sono altre tre o quattro scatole nel portone, ti dispiace aiutarmi a portarle su?-
Fu allora che si accorse della presenza di Lauri.
-Oh- Fece squadrandolo sorpreso-Non credo che ci conosciamo, lei sarebbe?-
Ma la risposta non venne né da Lauri, nè da me, bensì da Kris, che si materializzò alle spalle di mio padre reggendo un’altra scatola imballata.
-si chiama Lauri Ylonen, ha ventisette anni- Rispose mio fratello puntuale e preciso come la pagina di un’enciclopedia multimediale - E’ un cantante ed è il nuovo ragazzo di Ar...hai presente?Quello della canzone “I’ve been watching...”-
-Ah -Fece mio padre, troppo impegnato a sottoporre Lauri ad un’accurata scansione a raggi X con lo sguardo per aggiungere altro.
-Ehm... piacere di conoscerla, signore-Disse in fretta Lauri porgendo a mio padre la mano.
-Teodor Nilsson, il padre di Arwen- Si presentò mio padre e gli strinse la mano, continuando a lanciare occhiate incuriosite ai capelli di Lauri. Lui sorrise imbarazzato e aggiunse indicando gli scatoloni-Ehm, permetta che l’aiuti...-
-Oh, grazie.Molto gentile...-Replicò mio padre e senza abbandonare l’espressione incuriosita, guardò me e Lauri uscire e afferrare le scatole rimaste. Lauri si offrì anche di aiutarci a sistemare i quei volumi enciclopedici nelle librerie nello studio di mio padre.
-E questi erano gli ultimi- Sospirò mio padre massaggiandosi la spalla dolorante dopo aver messo a posto l’ultimo volume di Oscar Wild- Ti ringrazio dell’aiuto, Lauri- Poi si rivolse a me con un sorrisetto- Meno male che te lo sei trovato con i muscoli, quello Steve che ci hai portato l’ultima volta era un’autentica pappa molla...-
-Papà!-Sibilai atterrita. Lauri ridacchiò, ma io mi sarei volentieri presa a calci.
Intanto erano arrivate le due.
-Meglio che vada adesso-Mi disse Lauri-Ci vediamo più tardi se vuoi...-
-Perché non rimani a pranzo?-Suggerì mio padre all’improvviso.
-Oh- Fece Lauri preso alla sprovvista-Ehm...non si disturbi...-
-Nessun disturbo!-Replicò mio padre scuotendo il capo- Sul menù ci sono i miei superbi spaghetti alla puttanesca:assaggiarli è un privilegio riservato solo a pochi eletti,sai?-
-beh...quand’è così...-Fece Lauri scrollando le spalle con un sorriso-Accetto...voglio dire, se per Arwen non è un problema...-
...Un problema?Avere Lauri Ylonen a pranzo??
-No no-Risposi sforzandomi di contenere l’entusiasmo-Ehm...assolutamente-
E mentre seguivamo mio padre in sala da pranzo, Kristian si rivolse a Lauri scuotendo il capo.
-Ahia, ti ha già invitato a pranzo...questo significa che il secondo passo che farà sarà prenotare la chiesa per le nozze...-
Mi dispiace dirlo, ma questo suo commento costò a Kris l’ennesima calata dietro la nuca.
-Ehi, che ho detto?-Si lagnò lui massaggiandosi il punto in cui la mia mano lo aveva colpito-Ha il diritto di essere messo in guardia,no?E’ ancora in tempo per svignarsela...-
Non fu il totale disastro che avevo immaginato:mio padre riuscì a dimostrarsi meno imbarazzante di quanto potessi sperare...
Fece qualche domanda sul lavoro di Lauri, giusto per avere le idee chiare su cosa combinasse di preciso nella vita un cantante rock. Non fece nessun commento in particolare e si limitò ad alzare le sopracciglia alquanto sorpreso quando venne a sapere che aveva abbandonato gli studi un anno prima del diploma per dedicarsi alla musica.
-Allora- Disse mentre versava a Lauri del vino -Come vi siete conosciuti?-
-In albergo...-Rispondemmo io e lui all’unisono.
-Davvero?-
-Ehm, si...Ci siamo trovati nello stesso albergo a Stoccolma.Io ero là per un concerto- Spiegò Lauri mentre io mi concentravo sul mio piatto ed evitavo di commentare.
-Che coincidenza!- Commentò mio padre- Arwen, non sei andata a Stoccolma proprio per un concerto?Non dirmi che non sapevi che nel tuo stesso hotel alloggiava un’altra band famosa...-
-Ehm...già...strana la vita, eh?-Borbottai con un sorrisino nervoso. Se avesse saputo che sua figlia si era travestita da cameriera per sgattaiolare nella stanza di Lauri...
Una volta finito, mio padre si alzò e si schiarì la gola-Ehm ehm, Arwen, ti dispiace aiutarmi a sparecchiare?-Ma mentre lo diceva lanciò un’occhiata eloquente a Kristian.
-Ah...Lauri, ti va una partita alla play station?-
Lauri si voltò verso di me per farmi intendere di aver capito l’antifona- Ok, mi va-
E si diresse verso il salotto con mio fratello. In cucina rimanemmo io e mio padre.
Lui si mise di schiena contro il lavello, a braccia conserte e mi guardò con il classico sguardo che precede ogni sacrosanta chiacchierata padre figlia.
-Beh, è carino-Commentò- Certo che te lo sei scelto proprio...alto. Un vero gigante, non c’è che dire-
-Dai, non prenderlo in giro!-Lo rimbeccai costringendomi a non sorridere.
-Eh va bene!-Sospirò lui- I gusti sono gusti. Comunque, nonostante quella specie di nido che si ritrova in testa, mi ha fatto una buona impressione, sembra un bravo ragazzo-

Verso le quattro uscimmo per incontrarci con Aki, Pauli e Eero, ma non riuscii trattenermi a lungo con loro...
-Ho le prove col gruppo fra mezz’ora-Dissi e Pauli propose di fare un salto anche loro al garage di Mikael per sentirci.
-Sono proprio curioso di vedervi all’opera -Commentò.
-A tuo rischio e pericolo-Lo ammonii-Facciamo parecchio schifo...se ci tenete a mantenere le orecchie sane vi consiglio di ripensarci-
Ma di fronte all’insistenza di Lauri, dovetti cedere e accompagnarli alla nostra personalissima ‘‘ sala prove ’’.
Ci avviammo per una strada che procedeva in discesa fra due palazzi non molto distanti dal Music Store .Durante il tragitto, i ragazzi furono riconosciuti e fermati da un gruppetto di ragazze. Cercai di non sembrare troppo irritata nell’osservarle mentre facevano le fusa attorno a Lauri, ricordando a me stessa cosa ero riuscita ad inventarmi pur di incontrarlo.
Indicai loro il garage che usavamo per le prove, sul cui ingresso Martin aveva ironicamente affisso un cartello con su scritto “Lasciate ogni speranza ,o voi che entrate!”.
Per la maggior parte del vicinato, quel garage era solo uno stanzone senza valore. Forse in fondo avevano ragione, ma per me era diventato una seconda casa. Già, perché era stato in quel luogo che all’età di sedici anni, un batterista, un bassista, un pianista,una mezzo soprano e una chitarrista alle prime armi, decisero di mettere insieme una band partendo praticamente dal nulla...anzi, non proprio:partendo dall’amore per la musica, che aveva ( ciascuno in un modo diverso) cambiato le nostre vite, per poi legarle indissolubilmente. Eravamo inseparabili praticamente dalle medie, da quando ci eravamo ritrovati in classe insieme e avevamo iniziato a prendere in giro l’acconciatura della professoressa già dal primo giorno di scuola. Poi, arrivati all’università, le strade si erano divise:Martin aveva iniziato a lavorare nell’officina del padre, Henrik si era iscritto a giurisprudenza, Mikael al conservatorio e io e Tyla a medicina. Non saremmo potuti essere più diversi: Henrik era soprannominato “il Santo”, per via di quei capelli lunghi e biondi e gli occhi azzurri che lo facevano somigliare un po’ a Kurt Cobain.Poi c’era Martin, che per antonimia era chiamato “El Diablo” o “Colosso” sia per la corporatura robusta e le braccia muscolose, sia per la grinta e la furia che riusciva a dimostrare suonando la batteria. Tyla era, ovviamente, “La Sirenetta”; penso che non ci sia nemmeno bisogno di spiegare perché:basti sapere che quando parlava la sua voce non possedeva assolutamente nulla della potenza e del fascino che sprigionava quando cantava. Mikael era “il Pianista”, riservato, riflessivo, a volte freddo come il ghiaccio, esattamente come quei suoi occhi grigi che illuminavano il suo viso da sotto la frangia di capelli neri. Quanto a me...beh io ero “Little Slash”.Secondo loro mi era toccato quel soprannome in onore al leggendario chitarrista dei Guns’n Roses...anche se sapevo fin troppo bene che il mio modo di suonare non avrebbe mai potuto eguagliare il suo.
I ragazzi erano già lì, e mi accolsero con i loro strumenti in mano ed espressioni piuttosto accigliate.
-Ah, era ora che ci onorassi della tua presenza-Fece Henrik quando mi vide apparire sulla soglia-sentiamo, che altra scusa hai inventato stavolta?-
-Ho portato degli ospiti che sono interessati a sentirci suonare-Dissi ignorandolo.
Martin, Tyla e Mikael si voltarono incuriositi.
-E chi sarebbero?-Volle sapere Martin.
Gli strizzai l’occhio e feci segno a Lauri,Pauli, Eero ed Aki, che erano rimasti in disparte, di venire avanti.Cercai di trattenermi dal scoppiare a ridere di fronte alle espressioni esterrefatte dei ragazzi:Tyla, vedendo Aki apparire sulla soglia, per poco non era caduta all’indietro dal tavolo su cui era seduta.
-Scusate l’intrusione-Esordì Eero con un sorriso- Ma Arwen ci ha parlato molto bene di voi e...beh, abbiamo pensato di fare un salto per assistere alle vostre prove, se per voi non è un disturbo...-
Alle parole “...Arwen ci ha parlato molto bene di voi”, Martin, Henrik e Mikael si voltarono verso di me ad occhi sgranati.
-Oh, non fate quella faccia!-Li redarguii-Non vorrete deluderli,no?-
-Per me va bene-Disse Martin stringendo con entusiasmo la mano a Lauri- Mi piacciono molto le vostre canzoni...Aki, sei una potenza alla batteria!-
-Eh va bene-Disse Henrik -Vorrà dire che avrete l’onore di assistere al primo live dei Darkwood...-
-Cosa?-Fece Mikael -Ma non ci chiamavamo Black Shadows??-
-Lo abbiamo cambiato la settimana scorsa,ti ricordi?Dopo l’esibizione in quel locale in centro...-
-Io credevo che fossimo i The Castle...-
-I The Castle?E’ orrendo!Una cazzata del genere te la potevi inventare solo tu...-
-Dai ragazzi, insomma!-Li ripresi accigliata-non fate i bambini, abbiamo degli ospiti!-
Insomma, alla fine ci decidemmo ad impugnare gli strumenti e a dare inizio allo...ehm,vogliamo chiamarlo “show”..?
Suonammo alcune cover di AC/DC, Iron Mayden, poi passammo ad alcune canzoni di The 69 Eyes, Nightwish, infine concludemmo con tre pezzi in finlandese composti da noi. Notai che Tyla cercò davvero di dare il massimo durante l’esibizione, anche se la sua voce ebbe delle incertezze soprattutto negli acuti più lunghi; pensai che la presenza di Aki dovesse metterle soggezione almeno quanto ne metteva a me quella di Lauri. Sentivo costantemente il suo sguardo su di me, ma mi costrinsi a tenere la testa bassa e gli occhi fissi sulle corde della mia chitarra, ben attenta a non combinare guai...e, incredibile ma vero, non ricordo di aver mai realizzato assolo migliori in vita mia!
Per concludere, non potemmo non esibirci in alcune canzoni dei The Rasmus:da “F-F-Falling” a “Chill”, “First day of my life, “Immortal” e poi ancora “Dead Promises” e “Shot”e per concludere, io e Lauri ci esibimmo in una versione acustica di “Last Waltz” mentre Mikael ci accompagnava con le tastiere e tutti gli altri con la voce.
-Non siete proprio niente male!-Commentò alla fine Aki -Caspita Tyla, con una voce così puoi fare grandi cose!-
Lei sorrise imbarazzata e le sue guance si tinsero subito di rosso.
-Arwen, suoni davvero molto bene-Mi disse Pauli- Chi ti ha insegnato?-
-Ho imparato da autodidatta-Risposi con una scrollata di spalle- E’ per questo che la tecnica non è un gran che...-
-A me invece sembra molto buona-Replicò Pauli- Suoni da molto?-
-Da quando avevo quindici anni. Era un periodo in cui avevo bisogno di...distrarmi-Risposi.Ma non era esatto. Era un periodo in cui avevo bisogno di ricominciare a vivere. Dopo il divorzio dei miei e l’estenuante battaglia legale per l’affidamento mio e di mio fratello, avevo il cuore a pezzi. Ed ero incazzata. Ero incazzata con tutti e tutto. Con mia madre, che era riuscita a rovinare tutto. Con mio padre che aveva accettato la separazione senza muovere un dito. Perchè era un vigliacco e un debole, diceva sempre mia madre, perché l’unica cosa che gli importava erano i suoi stupidi libri di letteratura...con quel dio che tutto vede e che a tutto provvede, perché se esisteva, era davvero crudele per aver dato l’amore a due persone per poi sottrarlo così all’improvviso, senza motivo...e dopo la rabbia, è arrivata una fase della mia vita che potrei chiamare interlocutoria, ossia quando sei in costante torpore, in attesa di qualcosa, qualunque cosa in grado di darti una sterzata, di colpirti,di aprirti gli occhi... E la mia sterzata mi fu data da Henrik, quando mi convinse ad entrare al Music Store e mi diede alcune dritte fondamentali per suonare la chitarra acustica. Lui suonava il basso praticamente dalle elementari. Fu così che la musica divenne la mia tana, un luogo sicuro dove potevo rifugiarmi e chiudere fuori il mondo che mi circondava:un posto in cui eravamo ben accetti solo io, la mia chitarra e le canzoni dei The Rasmus.;le liriche di Lauri non parlavano solo di cuori spezzati, ma anche di solitudine, dolore, paura e sogni infranti. Parlavano di rabbia e delusione, di luci ed ombre...
Insomma, senza Tyla, Martin, Henrik, Mikael e la nostra musica, non so dove sarei adesso. Perché certe volte basta un’idea, una soltanto per convincere te stesso che non stai camminando a vuoto, che c’è una luce alla fine del tunnel...e che il dolore non è eterno, che non può piovere per sempre...
Lauri incrociò il mio sguardo e mi strinse la mano. E fui certa che in quel momento sapeva perfettamente cosa stavo pensando, che ci capivamo alla perfezione.
Mi accorsi che lo sguardo di Mikael si era posato sulle nostre mani intrecciate. Lo vidi schioccare la lingua e allontanarsi all’improvviso.
Quando Lauri e i ragazzi furono andati via, rimasi con la band per rimettere a posto gli strumenti e riordinare il garage.
Mentre riponevo la mia chitarra nella custodia, Mikael mi si avvicinò silenziosamente alle spalle.
-Te la fai con i musicisti internazionali adesso?Chi sarà il prossimo,Ville Valo?-
Mi voltai a guardarlo, piuttosto sorpresa da quel commento.
-Ma di che stai parlando?-
-Oh, non fare la finta tonta!-Sbottò lui inchiodandomi con lo sguardo-Tu e Ylonen, ecco di chi sto parlando. Siete piuttosto...intimi, ho notato. E’ un trattamento speciale riservato a te o fa così anche con le altre groupie??-
Lo fissai senza capire dove volesse arrivare.
-Non sapevo che fosse un reato federale conoscere con un musicista...-Obbiettai.
-Un musicista internazionale- Mi corresse lui-Uno di quelli che appare sulle riviste e su MTV...-
-Stai insinuando che mi veda con lui solo perché è famoso, è così??-Feci senza riuscire a credere alle mie orecchie. Ecco dove voleva arrivare...
Il Pianista evitò di rispondere alla mia domanda.
-Insomma, ci esci insieme?-
-Beh...più o meno-
-Ah- Fu il suo commento-E va avanti da molto?-
-Oh, insomma cos’è un interrogatorio??-Commentai con una mezza risata-Ho almeno il permesso di consultare il mio avvocato?Dov’è Henrik quando serve..?-
-Allora?-Insistette lui, mandando all’aria il mio tentativo di sdrammatizzare.
-No, non da molto-Risposi a disagio. Non mi piaceva il tono con cui mi si era rivolto. Non so perché , ma c’era qualcosa di...strano in quella raffica di domande improvvise...
-Ah- Fece di nuovo Mikael e si allontanò per aiutare Martin a spostare l’amplificatore, lasciandomi lì, con la chitarra in mano e le idee parecchio confuse.


 
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Oo*Ele*oO
view post Posted on 10/2/2009, 22:04




bella storia!! :)
Mikael è un po' gelosetto,eh?
aspetto il prossimo capitolo! :bacio:
 
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~*samy90~tr4e*~
view post Posted on 11/2/2009, 00:56




Bel capitolo! Bravissima come al solito! :up:
Lauri ed Arwen sono sempre più dolciosi!!^^..ma ora Mikael che vuole? mi sa ke è come dice Ele..è alquanto gelosetto eh?
Posta presto..e non ti preoccupare, i concerti fanno questo effetto! :D
:bacio:
 
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lady of the shadows
view post Posted on 11/2/2009, 22:16




Thank you very very much!! :D sono davvero commossa

Eeh il povero Mikael si rivelerà un po' perfido più avanti...ma non vi anticipo niente:del resto in guerra e in amore tutto è lecito ;)
 
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104 replies since 18/1/2009, 15:54   1038 views
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