sn riuscita a tradure solo una parte di questo capitolo .. e' troppo lungo..l'altra parte la posto domani ...
per adesso posto questa
9. SperanzeLauri era seduto sul divano con una melanconia indescrivibile. Guardava in silenzio come giocava il suo nipote. La madre del piccolo, Hanna, come sempre aveva troppo lavoro quel giorno e gli aveva chiesto di prendersi cura di Kimi.
H: Ti prego, stai tu con lui! Io ho fiducia solo in te. Non ti darà fastidio e poi lui ti vuole tanto bene.
L: Non c’è il bisogno che tu me lo dici. Sai quanto ci tengo a quel bambino. Starò con lui ma che non diventi un’abitudine. Ho già troppo lavoro da fare per il nuovo album. Oggi mi prendo un giorno di pausa.
H: Grazie! Non so come ripagarti.
L: Smettila! Te lo devo. Anche tu mi hai aiutato diverse volte. Io non mi dimentico dei favori.
H: Ma che farei io senza il mio bello e dolce fratellino?
L: Ehi , non esagerare adesso. Non sono più un bambino.
H: Lo so,sennò non lascerei il mio angioletto nelle tue mani. Vado adesso perché l’operazione inizia tra poco.
L: Vai tranquilla! Ciao!
H: Ciao!
E cosi rimase li con quel speciale bambino. Per lui era speciale perché anche se aveva solo cinque anni, sapeva cosa voleva, capiva delle cose che anche per gli adulti erano complesse , e per di piu’ gli ricordava la sua Anna.
L: Che stai facendo Kimi?
K: Pulisco la mia Ferrari. Un giorno avrò anch’io una macchina come questa, però sarà piu’ grande.
L: Stai facendo dei piani fin da adesso?
K: Si. Io diventerò un pilota meraviglioso della Formula 1. Diventerò famoso e ricco come te per avere tane fidanzate.
A Lauri scappò un sorriso. Questo ragazzo lo sorprendeva sempre.
K: Zio Lauri, dov’è Anna? – Lauri divenne di nuovo serio, - Mi manca molto.
L: Anche a me manca ma io e lei non stiamo piu’ insieme Kimi.
K: Ma io ieri ho sentito la mamma parlare con lei. Perché lei non viene qua?
L: Cosa? Hanna non me l’aveva detto. E di cosa parlavano?
K: La mamma le diceva di stare calma e che si sarebbe risolto tutto. Cosa deve risolversi?
L: Niente. Sono cose da adulti.
Forse lei mi ama ancora e vuole tornare con me. Può avermi perdonato.L: Kimi lo sai quanto ti voglio bene?
K: Anch’io ti voglio bene zio. Mi compri una Ferrari?
L: Tutto al suo tempo.
Era sempre stato presente per questo bambino da quando era nato. Quando suo padre era morto mentre lui aveva solo due anni aveva aiutato Hanna a crescerlo e continuava a farlo. Voleva solo che lui avesse un’infanzia ancora piu’ felice della sua.
Adesso che so che loro hanno parlato ho piu’ speranze. Devo sapere cosa prova Anna per me dopo tutto questo tempo che siamo stato lontani.Quella sera aspettò Hanna sveglio fino a tardi. Kimi si era già addormentato sul divano. Per non svegliarlo gli gettò solo una coperta in modo che non avesse freddo. Rimase a guardare quel angioletto mentre dormiva. Anche a lui sarebbe piaciuto diventare papà. Era sicuro che avrebbe fatto qualunque cosa per dargli tutto l’amore possibile. Mentre meditava su questo sentì la porta sbattere.
Finalmente – pensò.
H: Ciao! Sei ancora sveglio? Non era il caso. Kimi dorme?
L: Si dorme, però l’ho lasciato dormire sul divano perché mi dispiaceva svegliarlo. Portalo nella sua stanza, ma poi dobbiamo parlare di una cosa. Ecco perché ti stavo aspettando.
H: Va bene. Aspetta. – si avvicino a Kimi e accarezzandogli dolcemente i capelli lo svegliò. - Tesoro , devo portarti nella tua stanza. Vieni in braccio della mamma. – prese il piccolo in braccio e lo mise sul suo letto.
H: Buona notte tesoro! Sogni d’oro! – e gli diede un bacio sulla fronte.
K: Buona notte mamma! – disse lui e si riaddormentò subito.
Luari seguì tutto questo in silenzio. Pensò quanto sarebbe felice se quella fosse Anna e lui il loro bambino. Era solo un sogno ad occhi aperti. Prima però doveva sapere se Anna lo amava ancora.
H: Lauri che volevi dirmi? – le chiese lei dopo aver chiuso la porta.
L: Vado subito al sodo. Prima quando stavo parlando con Kimi , lui mi ha detto che aveva sentito te parlare al telefono con Anna. Posso sapere di cosa stavate parlando?
H: Ah..ma tu ascolti le parola di un bambino piccolo? Si sarà sbagliato. Io ieri ho parlato solo con una mia vecchia amica che si chiama Susanna. A lui sarà sembrato Anna.
L: Hanna, ti prego dì la verità. Lo sai che ho bisogno di sapere. E poi ti conosco bene. Tu non sai mentirmi.
H: Va bene lo ammetto. Non c’è la faccio a trovare una bugia migliore stanca come sono. Ho parlato con Anna. Visto che ti vedo sempre triste ultimamente ho pensato che avrei potuto fare qualcosa per te ma…
L: Ma?
H: Ma mi sembra molto difficile. Anche lei soffre molto Lauri. Forse soffre ancora piu’ di te. Durante tutto il tempo che abbiamo parlato si sentiva che tratteneva appena le lacrime. Tu l’hai ferita piu’ di quanto pensi. Lo capisci?
L: Lo so molto bene e questa era l’ultima cosa che volevo fare. Non volevo ferirla, però è successo.
H: Non ho mai capito la tua reazione quella sera. Perché l’hai picchiata Lauri?
Lui si stava innervosendo. Tutta la sua calma era svanita. Il ricordo di quella sera lo faceva perdere il controllo. Teneva i pugni stretti per non rompere qualcosa. Hanna notò questo suo cambiamento e cercò di calmarlo.
H: Non dimenticare mai che devi avere fiducia in me cosi come io ho fiducia in te.
Lui si trattene molto, e invece di diventare violento si sciolse in un istante. Invece di urlare cominciò a piangere. Lei l’abbracciò forte e Lauri appoggiò la sua testa sulla sua spalla. Era come se per un momento era ritornato bambino. Era ritornato ad essere quel bambino impaurito che non sapeva cosa fare e aveva bisogno di un aiuto. Anche adesso non sapeva cos fare. Si sentiva perso e voleva ascoltare un consiglio, uno solo , per ritrovare la stradia giusta. Quel consiglio glielo poteva dare solo sua sorella. Lei lo conosceva meglio di qualsiasi altra persona. Doveva togliersi quel peso ormai insopportabile.
L: Io…io non volevo picchiarla credimi, - disse piangendo, - non so cosa mi ha preso. Quando sono andato da lei nell’appuntamento che avevamo mi sono accorto di come lo guardavano gl’altri. Tutti volevano prendermela e lei era la, da sola, triste perché per l’ennesima volta avevo fatto tardi. La presi per un braccio e la portai con la macchina alla casa che pensavo che sarebbe stata la casa della nostra famiglia. Ce l’avevo un po’ con me stesso perché sapevo di non meritarla ,e quando vidi quegli sguardi verso di lei mi bastarono per perdere il controllo. Lo sai come sono fatto. È una cosa che odio di me. Lei tentava di calmarmi mentre io urlavo e dicevo delle cose assurde insultandola. Cercava di convincermi di amare solo me e che non le importava cosa facessero e pensassero gl’altri , ma io invece di ascoltarla e capire la picchiai. Piangeva , ma anche il mio cuore si era spezzato. Le sue lacrime colpivano come delle freccie in fondo a questo cuore ed io non sono ancora riuscito a tirarle fuori da qui. Non lo so Hanna. Io non lo so il perché. Sono cosi pentito che tu non puoi immaginare. Il mio unico desiderio e chiederle perdono ma non ci riesco. Ho paura. Credo che non mi ascolterà cosi come ho fatto io quella volta. Non mi accetterà di nuovo. Credi che non l’abbia preso mille volte quel cellulare e fatto il suo numero? Credi che non abbia provato a scriverle una lettera o qualsiasi modo per farmi perdonare? – disse tutte queste parole con un immenso dolore. Si poteva capire che tutte erano state dentro lui e avessero aspettato solo la giusta occasione per uscire.
Hanna l’ascoltava in silenzio. Continuava a stringerlo forte piu’ che mai. Lei lo conosceva bene. Adesso che si era aperto sarebbe stato meglio. Aveva fatto la stessa cosa qualche anno prima, quando aveva solo 16 anni. Aveva bussato sulla sua porta quella sera e quando lei aveva aperto l’aveva visto bagnato dalla testa ai piedi. Aveva il respiro affannato perché aveva corso per tutta la strada fino alla sua casa. Pioveva e aveva preso con se solo uno zainetto. Sapeva che stesse piangendo perché i genitori l’avevano chiamata prima per dirle che avevano litigato con Lauri e che lui se n’era andato di casa. L’unico posto dove poteva andare era da sua sorella. Lei l’aveva aspettato in ansia e quando lo vide davanti a se lo strinse forte come stava facendo adesso. Hanna l’aveva aiutato a realizzare i suoi sogni. Gli aveva fatto da madre e padre visto che le relazioni con i suoi genitori non erano gli stessi da quel giorno. Sapeva che suo fratello aveva sofferto e non sopportava che lui sfrisse di nuovo , ma questa volta non sapeva che fare. Prese il suo viso fra le mani e lo vide dritto agl’occhi. Anche lei poteva sentire il suo dolore.
H: Ascolta Lauri. Io credo alle tue parole. Te l’ho già detto che ho fiducia in te e se anche tu ne hai in me ascolta che ho da dirti. Tu lo sai bene cosa devi fare. Lo so che non è facile , ma devi cercare di trovare la risposta dentro te. Io posso darti solo un aiuto dicendoti che lei ti ama ancora. Hai capito? Lei ti ama ancora e soffre dalla tua mancanza, ma queste cose non si possono risolvere cosi facilmente. Per quanto io la conosco, Anna è un po’ orgogliosa. È quel orgoglio che non la lascia fare il primo passo. Adesso dipende tutto da te. Tu sai essere forte Lauri. Hai imparato ad affrontare le difficoltà . Cerca di sfruttare questo per il tuo amore. Va bene?
Nemmeno lei riuscì a trattenere una lacrima. Gli diede un bacio sulla fronte come aveva fatto nel passato e poi andò a dormire. Era stata una giornata stressante ed aveva salvato delle vite. Era questa la soddisfazione che provava per aver scelto di diventare dottoressa. Però in tutte quelle vite , la piu’ importante era la vita di suo fratello. Forse con le sue parole lei poteva aver regalato a Lauri la felicità che lui voleva. Forse…
Edited by Eni Rasmy - 12/11/2008, 21:33